la via del samurai by barry eisler

la via del samurai by barry eisler

autore:barry eisler
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: thriller
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


13.

Tornati a Bangkok, Dox e io scendemmo al Grand Hyatt Erawan, in Ra-tchadamri Road. Non era discreto come il Sukhothai, ma a me non piace alloggiare due volte di fila nello stesso hotel. Le carenze in termini di riservatezza, comunque, erano ampiamente compensate dai vantaggi di tipo logistico-operativo: c'erano entrate e uscite in abbondanza a entrambi i piani, oltre a un notevole apparato di sicurezza, costituito da telecamere a circuito chiuso e da un gran numero di guardie. In genere, i sistemi di video-sorveglianza e gli addetti alla sicurezza sono un intralcio, per me, e io cerco di evitarli. In quel caso, però, io lo ricercavo, questo intralcio, nella speranza che ostacolasse eventuali visitatori per noi indesiderati. Certo, non erano in molti a sapere dove mi trovavo, ma io dormo più tranquillo se sono al riparo di una protezione stratificata. E se uno di questi strati è costituito da lenzuola di cotone 300... Be', non ci sono poi così tanti vantaggi, nella mia professione, e io, quando posso, ne approfitto volentieri.

Non c'era nulla da fare, a parte aspettare, e quella sera Dox mi convinse ancora una volta a uscire con lui. Avevo un buon ricordo della serata trascorsa insieme a cena, migliore di quello delle mie sere solitarie in albergo, e lui non fece molta fatica a persuadermi. Questa volta, però, il ristorante volevo sceglierlo io.

Scesi nell'atrio dell'albergo alle otto, l'ora a cui avevamo stabilito di incontrarci. Anche in questo caso, Dox era in anticipo, e aveva la classica aria da straniero, con la camicia color crema a maniche corte portata fuori dai pantaloni e i jeans. Sembrava assorto nella lettura di un libro. Mi avvicinai e riuscii a vederne il titolo: Al di là del bene e del male.

«Leggi Nietzsche?» gli domandai incredulo.

Lui mi guardò. «Be', sì. Perché no?»

Io ebbi un attimo di esitazione, temendo di poterlo offendere con un commento incauto. «Niente, figurati. È solo che...»

Lui sorrise. «Lo so, lo so, tutti pensano che un ragazzo del Sud non possa essere un intellettuale. Be', mio padre lavorava per una grande compagnia farmaceutica, e io sono cresciuto in Germania, dove lui era stato mandato. Lo studiavo a scuola, il vecchio Friedrich, e mi piaceva. La volontà di potenza e via dicendo. E ora, quando lo rileggo, mi è di conforto.»

«E che cosa ne pensi?» gli domandai io, storpiando le parole per imitare il suo accento sudista.

Lui scoppiò a ridere. «Ehi, cow-boy, sei tu, piuttosto, che devi dirmi come fai a conoscere questo libro! Non me lo aspettavo.»

Io mi strinsi nelle spalle. «Da bambino, nelle risse tra bande, finivo per ritrovarmi sempre dalla parte sbagliata, e la biblioteca era il mio nascondiglio preferito. A nessuno sarebbe venuto in mente di cercarmi lì. E alla fi-ne, siccome mi annoiavo, cominciai a leggere dei libri. Da allora non ho più smesso.»

«Mai più smesso di ritrovarti dalla parte sbagliata nelle guerre tra bande?»

Io risi. «Così pare, eh? Io, però, intendevo dire che non ho più smesso di leggere.»

«Ecco, allora, da dove ti vengono certi paroloni che usi ogni tanto.



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